martedì 18 novembre 2008

Israele/Territori occupati: bambini palestinesi hanno urgente bisogno di cure mediche


Amnesty International è seriamente preoccupata per la salute di quattro bambini palestinesi, di età compresa tra i cinque mesi e i 3 anni e mezzo, e per quella di un ragazzo di 17 anni, ai quali non è permesso lasciare la Striscia di Gaza e raggiungere Gerusalemme per essere sottoposti a un intervento chirurgico senza il quale rischiano di morire.

I bambini, Ahmed Nahid Mohsin, Hamza Hassan Abu Habel, Yousef Rami Abu Latifa, Nour Mohammed al-Jarou e Mohammed Odeh Thabet (17 anni), soffrono di seri problemi cardiaci, tra cui un difetto congenito meglio conosciuto come "buco nel cuore".


Tutti hanno urgente bisogno di un intervento chirurgico che non può avere luogo a Gaza a causa della mancanza di idonee strutture mediche e di specialisti. Gli interventi potrebbero essere eseguiti in un ospedale della zona est di Gerusalemme a solo un'ora di macchina da Gaza, tuttavia le autorità israeliane si rifiutano di concedere il permesso ai loro familiari per accompagnarli.

Un gruppo di cardiologi italiani, giunto all'ospedale Makassad il 6 novembre 2008, sta eseguendo interventi cardiaci pediatrici. È fondamentale che i bambini possano raggiungere l'ospedale di Gerusalemme in tempo per poter essere operati durante la permanenza degli specialisti e, affinché ciò sia possibile, ai loro genitori deve essere concesso il permesso di accompagnarli.

Altri bambini con lo stesso tipo di malformazione cardiaca hanno aspettato settimane e addirittura mesi prima di poter raggiungere l'ospedale Makassad. Soheb Wael Alqasas, Sami Atwa Abu Ishaq, Ahmed Talat Abu Omar, Mohammed Ashraf Abu Ajwah e ad altri 11 bambini che soffrivano di problemi simili è stato permesso di lasciare Gaza e di raggiungere l'ospedale solo nei primi giorni di novembre. Soheb Wael Alqasas in precedenza era stato costretto ad annullare ben 6 appuntamenti.

Informazioni di base

A Gaza le strutture sanitarie sono carenti di personale specializzato e di attrezzature idonee alla cura di diverse patologie, tra cui le malattie cardiovascolari e il cancro. In base al diritto internazionale a Israele è richiesto di garantire ai palestinesi di Gaza e Cisgiordania lo stesso livello di prestazioni mediche e trattamenti ospedalieri che vengono forniti ai cittadini israeliani. Il blocco di Gaza e il rifiuto di concedere ai pazienti il permesso di lasciare la Striscia di Gaza per accedere alle necessarie cure mediche, costituiscono una punizione collettiva in contrasto con il diritto umanitario internazionale.

Le autorità israeliane controllano i confini della Striscia di Gaza e spesso rifiutano di permettere ai malati gravi di partire per ricevere cure mediche altrove, adducendo motivi di "sicurezza". Tuttavia alcuni dei pazienti a cui è stato vietato il passaggio sono in gravi condizioni di salute e incapaci di muoversi. L'8 ottobre 2008 le autorità israeliane hanno vietato il permesso di entrare a Gaza a 80 medici specialisti stranieri che dovevano partecipare a una conferenza organizzata dal Programma di salute mentale di Gaza e dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS).

Il 17 giugno 2007 l'esercito israeliano ha imposto un assedio alla Striscia di Gaza; ha chiuso il valico principale verso il mondo esterno, al confine tra Gaza e l'Egitto che apre solo raramente per permettere il passaggio a casi eccezionali di carattere "umanitario". L'unico modo per uscire da Gaza è attraverso il valico di Erez, chiuso per i palestinesi, tranne che per quei casi eccezionali di carattere "umanitario".

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http://www.amnesty.it/flex/FixedPages/IT/appelliForm.php/L/IT/ca/179

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