martedì 6 aprile 2010

***I DIRITTI DELL'UOMO***



Amnesty International Taranto gruppo 214 vi invita a partecipare ai seminari organizzati in collaborazione con il sindacato studentesco LINK Taranto che avverranno presso l'aula 1 della facolta' di Giurisprudenza in Via Acton 2 a Taranto.

Gli incontri avverranno secondo il seguente calendario:

Diritti Umani e Ambiente: 9 aprile, ore 12:00

• Fabio Ciconte - Direttore Ufficio Attivismo Amnesty International
• Alessandro Marescotti - Presidente di PeaceLink
• modera - Fulvio Colucci - Gazzetta del Mezzogiorno

Pena di morte: 16 aprile, ore 12:00

• Dino Alberto Mangialardi - Responsabile Amnesty International Gruppo Italia 070 di Bari
• Prof. Incampo - Professore di Filosofia del Diritto - Università di Bari (dovete chiedergli disponibilità)
• modera - Remo Pezzuto – Portavoce LINK Taranto

Diritti Umani e Immigrazione: 23 aprile, ore 12:00

• Anna Foti - Coordinamento Rifugiati e Migranti Amnesty International
• Sheikh Mohamed Khadi Abdirahman - Rifugiato Politico Somalo ospite del Circolo Arci "SvegliArci" Palagiano, "Progetto Koinè" Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR).
• modera - Anna Conte - Responsabile Amnesty International Gruppo Italia 214 di Taranto

Grazie a quanti vorranno partecipare!!!!

sabato 20 febbraio 2010

A TEATRO CON AMNESTY INTERNATIONAL



Giovedi' 8 Aprile 2010 la compagnia teatrale "Sartaminzippi" presentera' lo spettacolo "La quaterna ti la Bon'Anima" Commedia in vernacolo oritano tratta dall'originale di Edoardo De Filippo "Non ti pago",con traduzione e adattamento a cura di Pierino Monaco per Amnesty International.L'ingresso sara' su offerta libera. Inoltre il gruppo Amnesty International Taranto 214 sara' presente per presentare la nuova campagna ((Io pretendo dignta')) con una raccolta firme con un tavolino nel foyer del teatro volta alla sensibilizzazione sul tema della mortalita' materna.

martedì 16 febbraio 2010

IL GRUPPO AMNESTY 214 DI TARANTO ALLO SPETTACOLO “TRENTA” DI GIOBBE COVATTA


Il 09 marzo 2010, alle ore 21, il Teatro Orfeo di Taranto ospiterà una tappa del nuovo spettacolo di Giobbe Covatta, dal titolo “Trenta”, col patrocinio della Sezione Italiana di Amnesty International.
Col suo stile ironico ma anche pieno di amarezza, Giobbe Covatta riflette sui 30 articoli della Dichiarazione universale dei diritti umani, narrando le storie di chi questi diritti li ha solo sulla carta.
Gli attivisti del gruppo 214 di Taranto saranno presenti con un tavolino di raccolta fondi e firme, invitando a sostenere la campagna mondiale (((IO PRETENDO DIGNITA’))), dedicata ai diritti economici, sociali e culturali, della quale lo stesso Giobbe Covatta è testimonial.
X info a.conte@amnesty.it

lunedì 15 febbraio 2010

LE AZIONI URGENTI SALVANO LA VITA...parola di Giobbe Covatta!

Ogni giorno, in ogni parte del mondo, i diritti umani fondamentali delle persone vengono violati. Difendere i diritti umani è da sempre il cuore del lavoro di Amnesty International. Per questo, da quasi 50 anni lavoriamo instancabilmente in favore di prigionieri di coscienza, difensori dei diritti umani, vittime di sparizioni forzate, condannati a morte e di tutte quelle persone che subiscono processi iniqui, torture, sgomberi forzati o che non hanno accesso a diritti fondamentali quali l'istruzione. Lo facciamo anche attraverso le azioni urgenti: attivisti di Amnesty International in tutto il mondo inviano ogni giorno migliaia di appelli, lettere, e-mail, fax per fare pressione sui governi responsabili delle violazioni.

Dopo l'emissione di un'azione urgente da parte di AI, la situazione delle vittime è migliorata significativamente. La nostra storia dimostra che gli appelli e le azioni urgenti funzionano!

Farid Tukhbatullin, difensore dei diritti umani e dell'ambiente del Turkmenistan, è venuto in Italia per ringraziare idealmente tutti coloro che hanno firmato l'azione urgente in suo favore, tra cui Giobbe Covatta.

venerdì 12 febbraio 2010

AMNESTY INTERNATIONAL TARANTO 214 OSPITE A RADIO ATTIVI



Ebbene si, i membri del gruppo di AMNESTY INTERNATIONAL TARANTO 214 saranno ospiti della trasmissione radiofonica RADIO - ATTIVI lunedi' 15 Febraio 2010 in diretta dalle 21 in poi sulle frequenze di Radio Popolare Salento (107.3 in Fm sul territorio di Taranto)! Al programma, condotto dall'irriverente Cosimo Spada e dal dottor Domenico Cinquegrana, interverranno il responsabile del gruppo Anna Conte e il vice-rsponsabile Francesco Sansolino. Sintonizzatevi tutti, ciaooooooo!!!

venerdì 5 febbraio 2010

"PRIMAVERA DEI DIRITTI"


Il gruppo Amnesty International Taranto aderisce all'iniziativa “Diritti al cuore”, all'interno del programma “Primavera dei diritti”. Gli attivisti saranno presenti con un tavolino per la raccolta firme e la lettura congiunta della DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI DELL'UOMO l'11 Febbraio 2010 alle ore 10,30 in p.zza della Vittoria a Taranto. La Puglia risponde a Rosarno con “Primavera dei diritti”, la maratona culturale che trasformerà per dieci giorni (dal 18 al 28 febbraio) Bari, in un laboratorio di buone pratiche per la riscrittura di un nuovo alfabeto delle culture e per la tutela dei diritti civili universali. Un progetto della Regione Puglia, Assessorato al Mediterraneo, con soggetto attuatore il Teatro Pubblico Pugliese, pensato nella duplice funzione di evento spettacolare e melting pot nel quale confrontarsi, esprimersi ed apprendere in nome del dialogo e della tolleranza tra etnie e credo religiosi.
La “Primavera dei diritti” il cui programma è consultabile sul sito www.primaveradeidiritti.it - avrà il suo prologo a partire dai primi di febbraio con “Waiting for Primavera” (un ciclo di performance e meeting nei Teatri Abitati di Puglia, oltre a numerosissimi eventi curati dalle Associazioni del territorio) - si propone di sollevare discussioni, suscitare il confronto tra idee, stimolare un processo di crescita sociale e di consolidamento dei valori di democrazia, libertà e solidarietà.
Un percorso di incontri, appuntamenti paralleli, interamente prodotti, gestiti ed organizzati dalle realtà del territorio.

Tra questi appuntamenti s’inserisce “Diritti al cuore”, un progetto delle Residenze dei Teatri Abitati di Bitonto, Ceglie Messapica, Manfredonia, Massafra, Nardò, Taranto, Torre Santa Susanna, che avrà luogo dall’8 al 14 febbraio 2010. Sette residenze del circuito Teatri Abitati si alterneranno sulla scena per incontrare il pubblico in luoghi diversi, e non proprio consueti, e riflettere su alcuni dei diritti fondamentali attraverso l’arte.


Qui di seguito gli appuntamenti in programma a Taranto giovedì 11 Febbraio:
Piazza Maria Immacolata
Armamaxa/Cafoni? All’inferno
Favola triste in cui, tra immagini suoni, parole di ieri e di oggi, una
"vita da cani" va in cerca di una consolazione oltremondana che non consola.

Piazza della Vittoria
Bottega degli Apocrifi/Le Voyage dans la lune
Avanspettacolo di strada in teatro e musica. Un africano e due meridionali, da un puntino segnato su carta che risponde al nome di Sud Italia, guardano la luna e si attrezzano per raggiungerla.

Piazza della Vittoria – ore 10,30
Crest/Il viaggio di Quetzal
un racconto e un gioco per bambini dedicato ai diritti dell'infanzia

Piazza Maria Immacolata
Maccabbè & Thalassia/Santi a Basso Consumo
Stelle, fioretti e precetti per salvare anima e ambiente
laboratorio per bimbi e azione di strada

Maccabbè & Thalassia/Tempo
Racconti per immagini e suoni tra disabilità e arte

Via D’Aquino
Res Extensa/ Gabba Gabba Hey!
Piccoli numeri di danza assortiti a comando

Piazza Giovanni XXXIII
Teatro Le Forche/Antigone o l’alba dei diritti
Riflessioni brechtiane sulla nascita del diritto

Piazza Maria Immacolata
Terrammare/Solamente mio
Azione scenica sulla maternità

X maggiori informazioni:
Anna Conte a.conte@amnesty.it
Francesco Sansolino: francesco.sansolino@hotmail.it

lunedì 1 febbraio 2010

"Iran, non voltiamoci dall'altra parte!"


Messaggio di Claudio Baglioni per i diritti umani in Iran

"Se anche una sola persona al mondo non è libera, non lo sei neanche tu.

Libera la libertà.

La sua. La tua. Quella di noi tutti.

J.F. Kennedy nel 1963 disse: 'La libertà è indivisibile e quando un solo uomo è reso schiavo, nessuno è libero'.

Più tardi Václav Havel aggiunse: 'L'attacco alla libertà di uno è un attacco alla libertà di tutti. Fino a quando la società sarà divisa nell'indifferenza, e gli uni osserveranno in silenzio la persecuzione degli altri, nessuno si affrancherà dalla manipolazione generale'.

Ogni persona sa che la libertà è il bene più prezioso. Il più difficile da raggiungere. Il più facile da perdere.

Fino a quando anche una sola persona non sarà libera, nessuno lo sarà mai veramente.

Non voltiamoci dall'altra parte.

Alle donne e agli uomini cui in Iran - e in ogni altra parte del mondo - non è permesso coltivare ed esprimere idee e opinioni, facciamo sentire che tutti noi che lo possiamo fare siamo accanto a loro e che non sono soli".

sabato 30 gennaio 2010

Haiti: mettere i diritti umani al centro di soccorso e ricostruzione


Due settimane dopo il terremoto che ha provocato enormi perdite di vite umane e la distruzione di vaste aree di territorio, la comunità internazionale continua a mobilitarsi per portare il soccorso necessario e l'assistenza umanitaria alla popolazione di Haiti. Negli ultimi giorni il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha tenuto una sessione speciale sulla crisi umanitaria seguita al terremoto e il governo canadese ha ospitato la prima conferenza internazionale per avviare la prima fase della ricostruzione.

Amnesty International ritiene che in questa fase di crisi umanitaria, la protezione dei diritti umani sia un elemento essenziale per l'efficacia dei soccorsi e l'avvio di una ricostruzione sostenibile.

I diritti umani sono in pericolo nelle situazioni di crisi e di emergenza ed è pertanto fondamentale che tutti gli organismi coinvolti adottino misure appropriate per impedire che vengano commesse violazioni dei diritti umani e assicurare il rispetto e la piena realizzazione dei diritti umani sanciti dagli strumenti internazionali sui diritti umani.

La situazione sul posto vede gli haitiani non solo trovarsi di fronte a una delle più gravi catastrofi umanitarie che abbiano mai afflitto una nazione, ma anche doversi confrontare con una crisi dei diritti umani.

La perdita di decine di migliaia di vite non può essere attribuita solo alla forza della natura. La povertà endemica che affligge la popolazione ha contribuito in maniera significativa all'ampia devastazione. Nell'incoraggiare e sostenere la ricostruzione di Haiti, è fondamentale che la comunità internazionale non ricrei analoghe condizioni che mettano le persone a rischio di violazioni dei diritti umani e perpetuino l'ineguaglianza e la povertà.


Gli sforzi per il soccorso e la ricostruzione ad Haiti devono essere basati sul rispetto e sulla promozione di tutti i diritti umani. Le autorità di Haiti e la comunità internazionale dei donatori devono assicurare che la cooperazione internazionale e l'assistenza necessarie siano in linea con gli standard internazionali sui diritti umani. Pertanto, è indispensabile che la cooperazione internazionale e l'assistenza siano fornite in modo da assicurare la non discriminazione; che sia opportunamente data la massima priorità all'accesso di ogni persona ai livelli minimi essenziali di cibo, acqua, servizi sanitari, educazione, salute e alloggio; che ci si concentri su coloro che sono in più grandi condizioni di bisogno. Inoltre, le autorità di Haiti e gli stati donatori devono agire con la dovuta diligenza per assicurare che i soccorsi e l'assistenza allo sviluppo non causino o favoriscano violazioni dei diritti umani e che siano introdotti meccanismi efficaci per una significativa partecipazione di tutte le comunità colpite, incluse quelle più marginalizzate.

Nelle operazioni di soccorso e assistenza così come nelle prime tappe della ricostruzione, Amnesty International chiede a tutti i soggetti coinvolti di affrontare immediatamente e globalmente le seguenti questioni.

Protezione dei bambini dagli abusi, sfruttamento e dal traffico di esseri umani
I bambini sono tra le più vulnerabili componenti della società e in una crisi umanitaria la loro vulnerabilità aumenta significativamente a causa di violenze, abusi, separazione dalle famiglie e disabilità. La separazione dalla famiglie e la distruzione di scuole e comunità ha lasciato migliaia di bambini privi dell'ambiente che li proteggeva. Ora rischiano di cadere nelle reti dello sfruttamento e del traffico di esseri umani, che esistevano ad Haiti prima del terremoto.

I bambini soli che possono essere erroneamente ritenuti orfani rischiano di rimanere vittime delle adozioni illegali. Secondo la Convenzione dell'Aja sulle adozioni internazionali, queste devono essere ritenute l'ultima risorsa dopo che le alternative di adozione locale siano state esplorate in maniera esaustiva e dopo che le autorità competenti abbiano appurato che non ci sono parenti o tutori che possano prendersi cura di loro. Questo rischio esisteva già prima del disastro ma ora è aumentato, dato l'interesse delle famiglie di altri paesi a reagire alla triste situazione dei bambini orfani di Haiti attraverso la loro adozione. L'incapacità delle istituzioni haitiane di determinare in molti casi l'opportunità o meno di un'adozione e di tutelare i diritti dei bambini può spingere le organizzazioni che gestiscono le adozioni illegali ad agire. Le autorità del paese, con il supporto della Missione Onu per la stabilizzazione di Haiti (Minustah), deve assicurare adeguata protezione e la predisposizione di meccanismi per impedire che i bambini siano portati fuori dal paese senza il compimento delle procedure legali per le adozioni internazionali.

Individuare spazi sicuri per i bambini soli e rintracciare le famiglie devono essere le priorità per la comunità internazionale, per le autorità haitiane e le agenzie internazionali di soccorso.


Proteggere i diritti degli sfollati
Centinaia di migliaia di persone sono rimaste senzatetto e non possono ritornare a vivere in mezzo alle macerie delle loro case se non a rischio della loro salute, sicurezza e benessere. In migliaia stanno già lasciando le aree devastate. Il governo di Haiti e le autorità comunali, così come le agenzie umanitarie e di sviluppo internazionali devono rispettare i Principi Guida sugli sfollati per far fronte alle esigenze di sicurezza e umanitarie della popolazione di Haiti.

In un paese dove, prima del terremoto, l'insicurezza alimentare colpiva 1,8 milioni di haitiani (dati del dicembre 2009), e dove il 40 per cento della popolazione non aveva accesso all'acqua potabile, l'ampio numero di sfollati accresce la dimensione della crisi umanitaria.

Amnesty International sottolinea la necessità di proteggere i diritti delle persone sfollate sia all'interno che all'esterno dei campi e di fornire loro tutte le informazioni necessarie affinché possano autonomamente decidere del loro futuro.

In linea con gli standard internazionali contenuti nei Principi guida sugli sfollati, ogni trasferimento di sfollati dai campi o da aree disastrate deve essere volontario, a meno che la sicurezza e la salute di coloro che sono stati colpiti non ne richiedano l'evacuazione. Le persone sfollate non devono essere forzate in alcun modo, come attraverso la minaccia della sospensione dell'assistenza. Il diritto delle persone sfollate a ritornare volontariamente e con dignità alle loro ex abitazioni o terre deve essere rispettato e le autorità devono assisterle sia nel ritorno sia nell'insediamento in altre zone del paese.



Protezione delle donne e delle ragazze dalla violenza di genere, inclusa quella sessuale
Durante una crisi umanitaria e nella fase successiva al disastro, le donne e le ragazze rischiano spesso di subire violenza sessuale, di essere sfruttate da trafficanti e di vedersi ridurre o negare l'accesso ai servizi di salute materna e riproduttiva. Queste situazioni sono state documentate dentro e fuori i campi per sfollati nei paesi in cui erano in atto crisi umanitarie.

Tutti gli attori coinvolti nei soccorsi e nella ricostruzione devono integrare nei loro programmi misure atte a prevenire e a rispondere a tutte le forme di violenza basate sul genere, in particolare la violenza sessuale. Le agenzie delle Nazioni Unite e gli altri attori hanno sviluppato le "Linee guida per gli interventi sulla violenza di genere nelle emergenze umanitarie: l'attenzione alla prevenzione alla risposta nei confronti della violenza sessuale". Queste Linee guida rappresentano un approccio coerente e partecipativo per prevenire e rispondere alla violenza di genere e prevedono una serie di azoni per venire incontro alle esigenze delle persone che hanno subito violenza sessuale. Amnesty International chiede a tutti gli attori coinvolti nei soccorsi e nella ricostruzione ad Haiti di usare le Linee guida come un quadro di riferimento essenziale nello svolgimento delle loro operazioni.


Sicurezza e mantenimento della legge
Il terremoto ha ulteriormente limitato la capacità delle autorità haitiane di assicurare lo stato di diritto e fornire sicurezza. Ci sono stati episodi di violenza, ma finora sono stati limitati a poche aree di Port-au-Prince, principalmente alla città vecchia. Le autorità haitiane devono dare massima priorità alla creazione di un sistema di giustizia funzionante per affrontare prontamente i crimini più gravi.

Cresce nel frattempo il timore che i prigionieri condannati per crimini violenti che sono evasi dal Penitenziario nazionale della capitale stiano tentando di rientrare nelle comunità più disagiate e vulnerabili per riprenderne il controllo. Per fronteggiare la minaccia, all'interno di queste comunità sono sorti gruppi spontanei che intendono impedire il ritorno delle bande criminali. Amnesty International teme che questo possa innescare una spirale di violenza. L'organizzazione ha ricevuto informazioni su linciaggi e su casi di giustizia sommaria, nel corso dei quali sarebbero stati uccisi presunti saccheggiatori.

La polizia nazionale haitiana, con l'assistenza della Minustah, deve garantire la sicurezza, in particolare nelle aree dove in passato la violenza delle bande era endemica. Questo è fondamentale per assicurare che le attività di soccorso non siano ostacolate dalle minacce alle comunità e ai soccorritori. Coloro che sono coinvolti nei linciaggi e in altre forme di violenza devono essere condotti dinanzi alla giustizia.

Le autorità haitiane devono agire immediatamente per istituire un centro di detenzione provvisorio, visto che il principale carcere del paese è stato distrutto e gli altri centri di detenzione nel paese sono sovraffollati. Deve essere assicurato, inoltre, che tutti i detenuti abbiano accesso all'assistenza umanitaria e siano trattati umanamente.

Dalle informazioni provenienti da Haiti, emerge l'uso della forza letale da parte degli agenti di polizia, in particolare nei confronti di presunti saccheggiatori. Amnesty International sollecita le autorità haitiane e le forze internazionali presenti nel paese ad attuare e ad assicurare una stretta osservanza dei "Principi base delle Nazioni Unite sull'uso della forza e delle armi da parte degli agenti di polizia", secondo i quali le armi da fuoco devono essere usate dalla polizia solo per autodifesa o in caso di minaccia imminente di morte o di grave ferimento. È necessario intraprendere indagini indipendenti, imparziali e approfondite sulle notizie di uccisioni illegali e di altre gravi violazioni dei diritti umani e i presunti responsabili devono essere portati davanti alla giustizia.


Responsabilità delle forze internazionali
Le forze internazionali sono arrivate nel paese su richiesta del governo haitiano per garantire la sicurezza nella distribuzione degli aiuti umanitari. Sono stati schierati ad Haiti oltre 10.000 militari statunitensi, 150 della Repubblica Dominicana e 800 del Canada. Ulteriori truppe dovrebbero essere dispiegate nelle settimane prossime, comprese quelle provenienti da altri paesi.

Le questioni relative alla responsabilità di una così ampia presenza internazionale militare e di polizia devono essere chiarite dall'inizio. Le modalità in cui questo personale verrà impiegato e le regole di ingaggio istituite nell'occasione dovranno essere in linea con il diritto internazionale dei diritti umani e dovranno essere previsti meccanismi efficaci per assicurarne il rispetto da parte di tutti i membri delle forze internazionali e in ogni momento.

L'esperienza di altre operazioni di peacekeeping ha dimostrato che lasciare la possibilità di incriminare autori di violazioni alla discrezione dei paesi che hanno contribuito all'invio di truppe, conduce all'impunità per le gravi violazioni dei diritti umani.


Cancellazione del debito di Haiti
Nel 2009, le istituzioni finanziarie internazionali e gli altri creditori hanno cancellato 1,2 miliardi di dollari del debito estero di Haiti. Malgrado questo, Haiti ha ancora un debito di centinaia di milioni di dollari. Nelle attuali circostanze, il suo rimborso rappresenta un carico inaccettabile sulla popolazione di Haiti e sull'economia nazionale. Amnesty International chiede alle istituzioni finanziarie internazionali e agli altri creditori di fare tutti i passi necessari per cancellare il debito del paese, dal momento che insistere nel chiedere il rimborso ostacolerebbe la capacità di Haiti di rispettare i suoi obblighi internazionali in materia di diritti umani, incluso il rispetto del livello minimo essenziale di diritti economici, sociali e culturali. La cancellazione del debito non può essere accompagnata da condizioni che possono avere un impatto negativo sui diritti umani.

Tutte le risorse finanziarie destinate ad Haiti negli anni a venire devono essere indirizzate a programmi di ricostruzione che assicurino il benessere della popolazione, l'accesso ai servizi di base e uno sviluppo equo e sostenibile.

Burkina Faso: dare la vita, rischiare la morte


Ogni anno, oltre 2000 donne muoiono in Burkina Faso per complicazioni legate alla gravidanza e al parto. La maggior parte di queste morti potrebbe essere evitata.

Il tasso di mortalità materna in Burkina Faso è molto elevato, con 307 donne colpite ogni 100.000 nascite nel 2008, secondo le informazioni rese note nel giugno 2009, basate sul censimento generale della popolazione del 2006. L'alto tasso di mortalità materna dimostra che alle donne viene negato il diritto alla salute, un diritto che ogni stato è obbligato a rispettare, proteggere e realizzare. Quando le donne muoiono perché il governo non riesce ad affrontare le cause prevenibili della mortalità materna, allora il governo viola il diritto delle donne alla vita.


Alcune donne muoiono perché non possono raggiungere le strutture mediche in grado di curarle, o perché vi arrivano troppo tardi. Molte perdono la vita perché i loro familiari non possono pagare le parcelle del personale medico. Altre muoiono a causa delle carenze di sangue, farmaci, attrezzature o personale medico qualificato.

Le donne in Burkina Faso subiscono discriminazione in ogni ambito della loro vita, con accesso ineguale all'istruzione, alle cure mediche e all'impiego. Nelle zone rurali in modo particolare, le donne hanno poca o nessuna voce in capitolo nelle decisioni relative alla famiglia. I matrimoni precoci sono frequenti e la legge permette alle ragazze di sposarsi a un'età inferiore rispetto ai ragazzi. Le mutilazioni genitali femminili, inoltre, sono ampiamente praticate, anche se proibite dalla legge. L'uso dei contraccettivi è scarso e i servizi di pianificazione familiare gravemente sotto finanziati.

Dal 2006, il governo del Burkina Faso sovvenziona le cure ostetriche di emergenza e quelle neo-natali per ridurre le barriere economiche che impediscono le cure. I parti sono sovvenzionati per l'80 per cento: le pazienti hanno la copertura dei costi per servizi medici, medicinali e attrezzatura necessari per il parto e devono pagare solo la restante parte. Nonostante queste sovvenzioni, il costo delle cure mediche impedisce ancora alle donne di ricevere le cure salvavita e quasi sempre le famiglie si trovano a dover pagare più di quello che dovrebbero.

É il momento di agire perché la salute materna diventi un diritto per tutte le donne del Burkina Faso.
Firma l'appello al ministro della Salute per chiedere che i servizi per la salute sessuale e riproduttiva siano maggiormente accessibili e disponibili.

http://www.amnesty.it/donne_Burkina_Faso.html