Vorrei che queste mie parole aggiungessero senso alla mia vita e alle mie azioni: mi "sento" scultrice, creatrice di immagini e forme che quasi sempre nascono da me, dalla mia fantasia.
Ma in Tibet non ne ho avuto bisogno. Finalmente ho incontrato una realtà molto più ricca di qualunque immaginazione. Lo stupore che mi ha colto nel vedere tanta bellezza nei volti così vari e diversi nei tratti ma uguali nella tensione spirituale che li rendeva leggeri e sorridenti mi ha lasciato senza parole.
Fortunatamente, per me, mi ha dato un'euforia incontrollabile che mi spingeva a "rubare" quei volti levigati, scolpiti da un artista inimitabile quale il tempo, il tempo come passaggio alterno e continuo di stagioni e pioggia e freddo e caldo così come avviene per la natura, e noi? non siamo natura anche noi? Loro ne portano ancora il segno, noi, occidentali, non più! siamo caricature che scimmiottano di moda in moda possibilità virtuali fasulle irrisorie, ridicole quanto inutili!
In Tibet, sul tetto del mondo, per la prima volta, io, Niobe, scultrice di angeli, ho trovato gli esseri umani di carne e sangue più interessanti e affascinanti della pur splendida natura che li avvolge. Fino al 2006, girando per il mondo ne ho sempre colto immagini di bellezza archeologica e naturalistica. Questa volta no! Colpita al cuore da una dimensione umana di singolarità, diversità, originalità, che mi parlava finalmente di non omologazione! Grazie Tibet!
E così è nata questa mia mostra in omaggio al Tibet dal titolo: "Vibrazioni su Scale di Differenze".
(...) Difendere il Tibet, tutti i Tibet, significa non dovere un giorno non lontano aver perso qualunque possibilità di confronto e interesse di conoscenza perché niente più esiste di altro e di diverso da questa nostra società dove la triade più amata e rispettata è il padre danaro, il figlio consumismo e il fratello fanatismo!
Difendere il Tibet, significa avere ancora tra noi, genere umano, l'unica possibile controparte, dimensione altra, logica, più ancora che religione, altra; significa avere una ricchezza che rassicura su una scelta non unica e irreversibile, quella occidentale, che è ormai in frantumi come e insieme al pianeta terra.
Amare, rispettare e difendere il Tibet è per noi molto più importante che per i tibetani stessi. Se loro lottano e muoiono per la loro esistenza, lottano e muoiono anche per noi e la nostra libertà di scelta: al di là del loro "punto di vista" personalmente non vedo se non decadenza e fanatismo; tutto il resto è paura, indifferenza e ignoranza.
Difendiamo il Tibet per non doverci pentire un giorno di avere permesso anche noi la distruzione di un tesoro che una volta perso sarà l'umanità intera ad aver perso la parte migliore di sé.
Oggi per me ancora emozione dal Tibet e non solo per gli eventi dolorosi e sconvolgenti ma per una notizia che ho ricevuto da un'amica giornalista: una delle stupende donne da me fotografate nel 2006, in preghiera, davanti al tempio di Lahsa, l'eroina tibetana Ani Palchen, purtroppo non è più tra noi; ha trascorso in prigione quasi tutta la sua vita, uscita forse proprio nel 2006, si è fatta monaca a Dharamshala poco prima di morire. A lei, a tutte le donne tibetane, per me, ultime amazzoni e eccezionali eroine, a lei, a tutte le donne che lottano perché la vita e l'amore vincano, il mio pensiero costante e la mia preghiera al vento perché ne amplifichi la forza e la possibilità di ascolto e coesione.
Niobe - artista napoletana
(Napoli, 24 Marzo 2008)
domenica 13 aprile 2008
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